Le centrali idroelettriche del Comune di Sorano









Ci appassiona scovare e riportare alla luce luoghi dimenticati ben nascosti dalla vegetazione, renderli disponibili a tutti valorizzandone storia e bellezza. Oggi vi porteremo indietro nel tempo sulle rive del fiume Lente, dove si svolgevano molte attività legate all’economia Soranese. Una di queste era la produzione di energia idroelettrica mediante piccole centrali sparse sul territorio. Questo album fotografico testimonia la possibilità di produrre energia pulita, sfruttando fonti rinnovabili presenti sul territorio. Le necessità crescenti della popolazione nei primi del Novecento, portarono alla costruzione di numerose centrali idroelettriche in alcuni casi realizzate convertendo mulini preesistenti utilizzati per la macinatura dei cereali. Acquadalto fu la prima centrale ad entrare in funzione, nel 1898 fu di proprietà dell'ingegnere Temistocle Sadun e, con il nome di Officina Elettrica, fornì l'elettricità per l'illuminazione pubblica di Pitigliano e Sorano. In seguito si aggiunsero Ponte, Vitozza e per ultima Valle Pagliccia, la più moderna da un punto di vista tecnologico. A lavorare in questi impianti “i luciai”, come venivano chiamati dai loro concittadini, uomini che prestavano servizio in condizioni molto difficili; i processi di produzione, infatti, richiedevano molta fatica e un'esposizione al pericolo molto elevata. Nel 1934 le centrali divennero proprietà di SVE (Società Volsinia di Elettricità) e agli inizi degli anni '40 vennero acquisite dalla SRE ( Società Romana di Elettricità), un vero e proprio gigante dell’epoca. Nel 1962 le imprese elettriche furono nazionalizzate con la nascita dell'Enel, la quale cessò progressivamente la produzione di energia presso questi impianti abbandonandoli definitivamente. Solo recentemente lo stabile di Acquadalto è stato acquistato da un privato e la centrale riattivata.


Centrale di Vitozza

Meno di 100 anni fa... Le sponde del fiume non erano così tranquille e isolate come lo sono oggi. Nei primi anni del ‘900, infatti, queste erano sede di molte importanti attività che si svolgevano nella zona. La famiglia Porri ad esempio ha prodotto qui i suoi “cocci” per generazioni; un’attività conclusasi con Luigino. C’erano poi dei campi detti “canapai”, dove veniva coltivata la canapa, dalla quale, attraverso un particolare processo di trasformazione, si ottenevano le fibre di stoppa, stoppetta e canapa. Erano presenti, inoltre, una serie di attività legate all’allevamento e alla pesca. Certamente mestieri d’altri tempi ma ieri, come oggi, l’acqua significava tutto e attorno ad essa si svolgeva anche un’intensa vita sociale. Immaginiamo di sentire le voci delle donne che facevano il bucato cantando e spettegolando, le risate dei ragazzi mentre facevano il bagno, il rumore degli attrezzi da lavoro usati dagli uomini negli orti e nei boschi. Il suono dell’acqua variava lungo il fiume con il suo intercedere, lento nei tratti regolari e impetuoso in prossimità delle cascate; ed è in questo ambiente che trovarono il loro posto le centrali idroelettriche, in grado di produrre energia pulita ed ecosostenibile. In genere le prime centrali nascevano convertendo mulini per la molitura di cereali, semplicemente sfruttando la struttura già esistente. Anche Vitozza non fece eccezione e subì questo processo di conversione. Già in epoca medievale si hanno notizie di un mulino in attività proprio nella stessa zona della centrale e anche se non è certo che la struttura sia stata la stessa, i Sanquirichesi la chiamano ancora oggi “il mulinaccio”. Ildebrandino Aldobrandeschi, detto il Conte Rosso, aveva fatto distruggere il mulino della chiesa di San Quirico di Vitozza, forse motivato da invidia per le prerogative del clero e per i redditi che derivavano da questa attività . Nel suo testamento (1284) il Conte Rosso stabilì che al priore fosse consentita la ricostruzione del mulino da lui raso al suolo, e che venisse risarcito per i danni subiti. La centrale di Vitozza fu gestita per un periodo dalla Società Mercurifera Monte Amiata, la quale negli anni '30 fornì elettricità a Sovana, Sorano e San Quirico. L'impianto di Vitozza fu il primo dei quattro sul Lente a cessare l'attività e oggi ne possiamo visitare i resti percorrendo una piccola deviazione nel tratto del "Primitivo" che, attraversando Vitozza, porta a Sorano.


Centrale di Acquadalto

La seconda centrale di cui vi parliamo non ha alcun bisogno di ripristino o pulizia, qualcuno lo ha già fatto e oggi è nuovamente funzionante. Acquadalto fu la prima centrale del comprensorio ad entrare in servizio, diventando il vero e proprio cuore pulsante della produzione energetica di tutta la valle. Successivamente, in seguito ad una crescente richiesta di energia, questa centrale venne affiancata dalle centrali di Ponte, Valle Pagliccia e presumibilmente Vitozza. L’energia prodotta da queste centrali veniva convogliata ad Acquadalto mediante l’utilizzo di linee aeree su tralicci e da qui distribuita nelle zone limitrofe agli utilizzatori finali. In questo impianto venne prodotta l'energia elettrica che cambiò la vita di molte persone illuminando strade pubbliche e abitazioni nelle ore notturne, dando alle aziende del territorio un nuovo impulso e nuove opportunità. Ma Acquadalto era molto più di un posto di lavoro: infatti fu un vero e proprio punto di ritrovo per i "luciai" di prima generazione, i quali con racconti, burle e derisioni (per i piccoli incidenti) riuscivano a tenere alto il morale. I rischi erano altissimi, le condizioni di lavoro pessime e non c’erano dei veri e propri orari di servizio. Soltanto alla fine degli anni 30 la SRE apportò importanti modifiche all’impianto e suddivise il personale in turnisti e guardafili. Lavorare in queste centrali significava trascorrere gran parte della giornata all’interno dell’impianto di produzione, costringendo i “luciai” a lunghi momenti di inattività. Per far scorrere il tempo a disposizione più velocemente, i lavoratori si dedicarono alla realizzazione di orti per produrre verdure di vario genere innescando una competizione molto sentita. Il premio per il vincitore era fregiarsi di aver realizzato il miglior orto rispetto a quelli dei colleghi. Una volta divenuta proprietà di Enel (1963) la centrale continuò a funzionare per pochi anni, dopodiché, buona parte degli impianti e delle macchine, vennero asportati. Acquadalto fu sede dell'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica fino alla fine degli anni '80 per poi essere lasciata in completo stato di abbandono. Qualche anno fa un imprenditore ha acquistato quanto rimaneva della centrale e ne ha ripristinato l'utilizzo. Durante i lavori sono state recuperate parte delle condotte originali e la turbina. Grazie alla portata costante del fiume Lente che alimenta l’impianto, vengono prodotti 70 Kw di energia pulita.


Centrale della Lente Piana (Ponte)

Tra la centrale di Acquadalto e quella di Valle Pagliccia esattamente vicino alla porta dei Merli, si trova la centrale della Lente Piana. La sua vicinanza al centro abitato di Sorano contribuí a rendere viva la zona, dove i campi coltivati e i canapai facevano da cornice alle donne del paese che scendevano al fiume per lavare i "panni". Abbiamo pochissime notizie su questo impianto, il quale veniva alimentato da un canale conosciuto con il nome di "Gorello". Il canale partiva dalla cascata del Macinino, e percorrendo le sponde del fiume Lente terminava proprio sopra alla centrale. Il luogo oggi appare molto cambiato a causa della realizzazione della strada costruita per consentire il transito ai mezzi motorizzati e della ristrutturazione della via che collega Sorano al ponte sul Lente. Dalle testimonianze che abbiamo raccolto "Il Gorello" era un punto di ritrovo molto comune anche fra i ragazzi, i quali durante i lunghi bagni estivi si sfidavano in prove di una certa difficoltà. In un tratto l’acqua scorreva all’interno di un tunnel con il soffitto a volta lungo circa 20 metri, e proprio qui aveva luogo una sfida: risalire il canale nuotando controcorrente. Ad oggi due persone solamente risultano essere riusciti nell'impresa... Paolo Arcangeli e Libero Funghi.